Una nuova avventura professionale… e non solo

Insomma, da giovane mamma, iniziai a occuparmi di formazione, con grandissima soddisfazione. Avevo anche insegnato al Liceo: per un anno ero stata supplente di Ragioneria, ma, se non mi stimolava molto insegnare ai ragazzini, trovai invece molto stimolante fare formazione agli adulti, che si mostrarono molto curiosi e volenterosi di applicare le nozioni nella vita reale. In questi corsi, mi trovai a insegnare di tutto: francese commerciale, inglese commerciale, commercio internazionale. Tenni anche corsi per l’apprendistato, e mi chiesi: “Che cosa posso insegnare loro?”. Pensai che quel che conta di più è la “predisposizione a”, l’atteggiamento, perché nelle poche ore di docenza che avevo non potevo certo trasmettere l’intero know-how di un mestiere. Così cercai del materiale sui temi della spinta motivazionale, perché secondo me era la scelta più logica. Fu così che mi imbattei nel libro “I nuovi condottieri”, di Paolo Ruggeri, un formatore, con più esperienza di me. Lo lessi, e mi piacque tantissimo, capii che tutti quei concetti erano già dentro di me, dato che li avevo inconsapevolmente applicati nell’arco della mia vita. Insomma ne tirai fuori molte cose da raccontare a questi ragazzi, cercando di renderli più motivati nella propria vita.

E così, tramite i suoi scritti, entrai in contatto con l’azienda di formazione dell’autore di “I nuovi condottieri”. Feci un test e un giorno ricevetti una telefonata: “Senta abbiamo ricevuto il suo test, noi stiamo cercando nuove figure da inserire, e il suo profilo potrebbe essere indicato. Se fosse interessata potrebbe vedere una presentazione dell’Azienda, a Torino”. E io che sono sempre stata molto aperta e curiosa, dissi di sì. E li conobbi quelli che divennero i miei due referenti in azienda, era il maggio del 2004.

Professionalmente ero piaciuta, quindi cercarono subito di assumermi. E nel loro percorso di recruitment erano previsti diversi affiancamenti. A., il primo referente, era molto carino come persona, ricordo che vi fu da subito uno strano feeling… volle farmi vedere un corso di Leadership che teneva ad Alessandria, ma non ricordo bene per quale motivo non riuscii ad andare. In ogni caso, pensai che quella poteva essere la mia strada.

Ne parlai con mio padre, che è sempre stato un uomo di poche parole ma non si è mai opposto a nulla di quello che io volessi fare di costruttivo della mia vita. Mamma invece era sempre tutto un “no”, rendeva tutto difficile, respingente… Insomma, a mio padre dissi: “Io non penso di voler continuare a fare il commercialista, perché proprio non mi piace, mentre il consulente in Azienda secondo me è una cosa nella quale potrei riuscire bene”. E lui semplicemente mi rispose: “Prova!”. Ai tempi avevo ancora un piccolo finanziamento sulla casa da ripagare, per cui avevo il dubbio: se mi metto in proprio e non ce la faccio subito, come riesco a chiudere il debito? Ma lui fu molto rassicurante, mi disse: “Ci sono io, quindi tu vai avanti”. E così iniziai a lavorare in quell’azienda di consulenza. Quella fu una delle esperienze più formative della mia esistenza, e lì è iniziata la vita lavorativa “vera”.

Perché vi ho parlato del “feeling” con il collega A.? Perché di li a poco sarebbe diventato il mio compagno di vita, fino al nostro matrimonio, quest’estate… ma questa è – ancora – un’altra storia…

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