In cosa posso – e possiamo – migliorare

Se guardo indietro, a questi anni di mandato, se devo “tirare le somme” e fare un bilancio, posso serenamente dire che rifarei tutto. Ma – potendo – lo rifarei meglio. Ognuno di noi può sempre migliorare, in ogni aspetto, su tutto.

Si impara, si studia, si migliora sempre, le cose si possono e si devono fare sempre meglio, nel tempo.

Quello che noi, secondo me, abbiamo sbagliato, è stato essere troppo “critici” nei confronti dei colleghi parlamentari degli altri schieramenti. Meno di quanto abbiano fatto i colleghi in Italia: il contesto era decisamente diverso, ma comunque, un po’ troppo, a mio parere. Soprattutto a inizio mandato. La nostra idea era: “Voi siete artefici di questo sfascio, con Voi non dialoghiamo”. In realtà ho poi trovato diversi alleati illuminati per le nostre battaglia anche in altri schieramenti, e ben venga.

Di una cosa sono certa: in futuro, in Europa, dobbiamo migliorare più come Nazione che come Europarlamentari. Non abbiamo abbastanza persone italiane che possono fare (o sono disposti a fare) “sistema Italia” all’interno delle Istituzioni europee. Sono tutti molto slegati, e vittime degli equilibri nazionali.

Quello che ci manca è l’appartenenza, l’identità, a servizio di una strategia utile al Paese.

Questa è una mia valutazione personale, però riflette un po’ anche quello che ha fatto Luigi Di Maio in fase di trattativa per arrivare al Governo del Cambiamento: ci dobbiamo mettere a un tavolo e fare un contratto. E se tutti dicono “sì ma tu vuoi dettare le regole”, la risposta è: “Io ho un programma, e sono stato votato da 11 milioni di persone, quindi nessuno mi può dire che devo giocare in riserva, è evidente che ho un ruolo attivo, perché rappresento 11 milioni di persone che mi hanno votato; quindi queste sono priorità che una buon parte del Paese sente, e necessariamente le dobbiamo portare avanti”.

Ecco, io penso che lo stesso atteggiamento lo debba avere l’Italia, facendo quadrato, facendo sistema e portando le proprie priorità nell’agenda dell’Unione, senza disperdere preziose energie per inseguire la soddisfazione di volta in volta di questo o quell’altro gruppo di interesse particolare.

Guarda caso, i Paesi più floridi, dove le cose vanno meglio, in Europa, sono quei Paesi che si comportano in questo modo in seno all’Unione…

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