NAIROBI, IL WTO NE ESCE AGONIZZANTE

A Nairobi abbiamo seppellito il Doha Round per colpa di grandi potenze come Stati Uniti, India e Cina, sempre meno interessate allo sviluppo dei paesi più poveri. Il loro interesse è quello di continuare a finanziare le proprie industrie statali, sostenendo con sussidi le esportazioni agricole a danno della produzione mondiale e della sicurezza alimentare.
Ufficialmente la conferenza si è conclusa con alcuni “successi” come l’ITA, accordo sulla eliminazione dei dazi su 201 beni elettronici di nuova generazione, che rappresentano il 10% del commercio mondiale (concluso, però, solo tra 53 dei 164 Stati membri), e un draft che riafferma il multilateralismo come preferibile rispetto agli accordi bilaterali e plurilaterali, ma nei fatti si tratta solo di dichiarazioni programmatiche: emblematico è il caso degli USA, che insistono con trattati come TTIP, TPP e TISA.
Anche la questione trasparenza viene affrontata in modo non soddisfacente: si è deciso che il meccanismo permanente di controllo non può pregiudicare le questioni relative alle notifiche, ma è proprio lì che è richiesta l’assoluta limpidezza.
In definitiva, si lascia una strada aperta a future negoziazioni, ma nei fatti nessuna azione davvero concreta ha dimostrato la volontà di un commercio equo e a beneficio dell’umanità nella sua completezza.
Il WTO ne esce dunque agonizzante, ma nessuno si prende la responsabilità della sua inevitabile fine…

 

Dic. 2015

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