L’effetto “Normalizzatore” dell’istituzione, vissuta da dentro

Qualcuno ci può accusare di esserci istituzionalizzati, durante questo primo mandato. All’inizio eravamo un po’ più aggressivi, ma negli anni si è verificata la stessa trasformazione che io ho riscontrato in me stessa: inizialmente l’Istituzione è qualcosa di esterno a te, qualcosa che non condividi e con cui hai un primo approccio da “antagonista”. Poi, lavorandoci all’interno, diventi, non ti dico più tollerante, ma sicuramente più comprensiva e consapevole, e capisci che è con il giusto mix di determinazione e buone maniere che riesci a ottenere i risultati. Non dimentichiamo che nel Parlamento Europeo noi siamo 17 su 751: la minoranza della minoranza, della minoranza. Per di più, in una Istituzione che – a seguito delle riforme di Lisbona del 2009 – ha più peso, ma rimane, dei tre pilastri nell’assetto istituzionale dell’Unione Europea, un assetto in cui la parte del leone la fanno ancora Consiglio e Commissione.

Questa consapevolezza, con l’andare degli anni, ci ha portato a essere un po’ meno aggressivi, pur rimanendo comunque focalizzati sugli obiettivi e soprattutto dicendo ciò che deve essere detto senza alcuna remora.

Negli anni noi abbiamo lavorato molto e abbiamo studiato come matti, senza trascurare nessun dossier, abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare. Io poi ho sempre potuto contare sul prezioso contributo del mio assistente Fabio, che tecnicamente è molto preparato.

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