L’ECATOMBE DI BOTTEGHE E NEGOZI DI VICINATO

L’ECATOMBE DI BOTTEGHE E NEGOZI DI VICINATO

Negli ultimi 8 anni l’Italia ha perso 158 mila imprese attive tra botteghe e piccoli negozi di vicinato, per un giro d’affari che coinvolgeva quasi 400 mila addetti.
Sono questi, secondo una stima della Confartigianato di Mestre, i numeri di una crisi che sembra non avere mai fine.
Ma sarebbe sbagliato considerare la problematica soltanto dal punto di vista economico: la chiusura di simile esercizi ha infatti una valenza molto più ampia.
In primis “culturale”: l’artigianato è da sempre uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy, ma è ormai fagocitato dalla concorrenza industriale, e non ha ancora trovato la chiave di volta per rapportarsi in modo proficuo alla rivoluzione digitale in atto.
E si crea un guaio anche a livello urbanistico: la chiusura dei negozi per le vie cittadine porta alla nascita di strade a scorrimento veloce spopolate e dequalificate in cui manca il presidio del territorio.
Ecco perché il Paese che abbiamo in mente deve ripartire dalle PMI e dalle botteghe, se non vuole chiudere i battenti per sempre…

 

Ago. 2017

 

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