Le follie logistiche dell’Europarlamento

Da un punto di vista logistico, il funzionamento del Parlamento Europeo è una specie di follia, che risale ai trattati fondativi che trasformarono la vecchia CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio) in CEE (Comunità Economica Europea), spostandone la sede da Strasburgo a Bruxelles. Ma la Francia voleva che qualcosa restasse nel proprio territorio, altrimenti non avrebbe approvato lo spostamento di sede e, come sapete, il voto deve essere unanime, da parte di tutti i Paesi… E così si trasferirono a Bruxelles tutte le commissioni e gli uffici del Parlamento, mentre a Strasburgo, una volta al mese si tiene la riunione plenaria del Parlamento stesso….!

Così ogni 30 giorni, tutta la “macchina” organizzativa, si sposta da Bruxelles a Strasburgo, e non è tanto un problema per i 751 parlamentari, che dovrebbero comunque lasciare le proprie città di residenza per raggiungere la sede, quanto per i funzionari: impiegati, interpreti, amministrativi, segretari, del Parlamento, ma anche della Commissione Europea e del Consiglio. Tutti si spostano da Bruxelles a Strasburgo per i giorni della plenaria. Come ho scritto sopra, una vera e propria follia!

TGV, Thalys, Thello: tutti i treni internazionali, voli aerei, automobili private, furgoni di documenti… ogni mezzo viene utilizzato per questi spostamenti che riguardano centinaia di persone. Recentemente, con le innovazioni tecnologiche, molti documenti sono stati smaterializzati e la massa di carta da spostare è inferiore; fino a pochi anni fa si dovevano imballare tonnellate di carte e trasferirle su e giù una volta al mese.

E a tutti questi costi va aggiunto il fatto che per i dipendenti, funzionari etc. le giornate a Strasburgo contrattualmente risultano come “Missioni”, in quanto lavoro fuori sede, e ricevono quindi una indennità di trasferta per rimborsare i costi di soggiorno etc.: ognuno di loro quindi costa circa ulteriori mille euro ogni mese: a fine anno sono tanti milioni di euro! Evitiamo commenti…e poi qualcuno pretende di dirci che l’Europa va bene così com’è!

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