Le altre mie passioni: il volontariato e lo sport

A parte il frangente dell’attivismo “politico” negli anni della scuola, non mi interessai più di politica per molti anni, ero molto più presa dal volontariato animalista, e infatti feci volontariato nei canili già da giovanissima. Ai tempi del liceo andavo in un canile dopo pranzo, per poi continuare sia durante l’Università che quando lavoravo, nei weekend, in un altro canile, ad Alessandria.

Se io devo pensare a una delle cose che mi sono sempre piaciute, come emozione da vivere, era la trepidazione per qualche cosa che sarebbe successo di lì a poco. L’idea di andare a dormire con una giornata monotona il giorno successivo, mi dava un fastidio profondo e quindi cercavo qualunque tipo di gratificazione, attività interessanti come un bel concerto, un viaggio, una nuova avventura lavorativa, insomma sempre qualcosa di diverso. Ho sempre avuto la passione per l’esplorazione. Il mio sogno – da ragazzina – era di salvare tutti i cani del mondo, tutti gli animali del mondo. E i bambini. Come avrete capito, non ho un istinto da mamma chioccia, però già da piccola sognavo un mondo dove non ci fossero poveri, persone che stanno male e dove non ci fossero guerre.

E così, crescendo, oltre al volontariato con gli animali, ho adottato due bambini a distanza. Io “adottai” una bambina di nome Miriam, e mia mamma un’altra. Non fu attraverso le grandi organizzazione, come “Save The Children” o simili, ma in modo piuttosto spontaneo, tramite un prete, Don Esimo, che era un missionario che di tanto in tanto tornava in Italia, a Novara, a trovare i suoi genitori, e in quelle occasioni– tramite alcuni conoscenti – organizzava delle cene di beneficenza a Sezzadio. Ognuno di noi portava qualche cosa, da destinare al villaggio in Tanzania da dove Don Esimo veniva… così, un paio di volte l’anno, organizzavamo la spedizione di un container con medicinali, vestiti, quaderni, libri ecc. e lui ci raccontava che lo  doveva aspettare  al porto e scortarlo fino al Villaggio, altrimenti sarebbe arrivato vuoto! Così negli anni, riuscimmo a far costruire una scuola, in quel villaggio, e alcuni concittadini proseguirono “l’adozione” di un intero villaggio, costituendo una piccola associazione, la “Pole Pole Onlus”. In quei luoghi non c’è l’anagrafe e le persone non conoscono la propria età, né la data di nascita: i bambini vengono mandati a scuola quando – incrociando le braccia – arrivano con le mani a toccarsi le orecchie: questo è il segnale che sono abbastanza grandicelli per andare a scuola!

Insomma, il mio approccio all’impegno civile è stato molto eclettico, direi ecumenico… sono stata anche scout per tre anni, ma la mia vera passione era lo sport e, soprattutto, la pallavolo!

Giocai a pallavolo in modo agonistico fino all’età di 17 anni. Siamo state vice campionesse d’Italia under 14, perdendo solo in finale contro la Sicilia. Che emozione, i Giochi della Gioventù nazionali: 10 giorni di torneo al Foro Italico, di Roma.

Lo sport è stato fondamentale per la mia crescita personale: io sono sempre stata molto turbolenta da bambina, avevo la necessità di muovermi e lo sport ha quindi educato la mia “fisicità”, poi sicuramente mi ha insegnato a lavorare per obiettivi, lo spirito di squadra, che è un aspetto importante in giovane età, quando sviluppi un senso di “appartenenza”. Il gruppo mi è sempre piaciuto molto in generale, sia che fosse il gruppo di amici, il gruppo di teatro, il gruppo di scuola: il gruppo è stato sempre una componente importante della mia vita.

Ho sempre avuto un carattere forte, la tendenza a essere “leader” in un gruppo… un po’ sono “prepotente”, invadente: non sono il tipo di persona che si fa mettere da parte. Da giovane ero più intemperante, poi sicuramente con il tempo e con tutto il lavoro che abbiamo fatto con A., ho raggiunto la consapevolezza di altri tipi di meccanismi, riuscendo quindi a indirizzare le energie in modo più costruttivo o a trasmettere le mie idee senza essere insistente e petulante.

Condividi