L’amica del cuore

B., ne ho parlato, era la mia amichetta del cuore, ai tempi dell’asilo. La storia della mia vita s’ intreccia alla sua con curiosi parallelismi. Da bambina adoravo la sua mamma, che era una donna molto energica e che cercava di rendere le proprie figlie il più possibile responsabili e indipendenti. Io avevo un forte senso dell’indipendenza e apprezzavo tantissimo questo suo stile. Mentre la mia, di mamma, era l’esatto contrario: molto apprensiva, non mi lasciava mai muovere senza che ci fosse lei a gestire la questione. Ricordo che Barbara andava all’asilo da sola. Genova oltre alle strade percorribili ha dei piccoli carruggetti che si chiamano creuzette: piccole salite piastrellate percorribili solo a piedi. La famiglia di Barbara aveva una casa con un terrazzo da cui sua mamma riusciva a vedere tutta la salita Emanuele Cavallo fino all’ingresso del portone dell’asilo. Quindi, già all’ultimo anno di asilo, la accompagnava alla porta di casa e la lasciava andare – da sola – fino all’asilo, sorvegliandola dal terrazzo.

A quell’età, per me era un’avventura, un simbolo di indipendenza che le invidiavo tantissimo!

B. e io eravamo inseparabili: un solo cuore, una sola testa, una sola anima…  dove c’era una, c’era anche l’altra. E poi chiaramente negli anni ognuno prese la propria strada, quindi gli studi superiori differenti e università diverse. Però, è sempre stata, proprio familiarmente, molto presente nella mia vita.

L’ultima volta che ci siamo viste, alcuni anni fa, lei era prossima al suo matrimonio, io già incinta di mia figlia Giorgia. Un ex compagno delle elementari creò il classico gruppo Whatsapp cercando tutti i vecchi compagni e fu così che ci ritrovammo. La cosa bella, quando incontri gli amici di una volta, è come se non ti fossi proprio mai lasciato: lo stesso tipo di confidenza, di amicizia. E così, parlando, è venuto fuori che io ho un po’ ricalcato, nella mia vita, le cose che mi piacevano della sua famiglia: diedi alla mia ultima figlia lo stesso nome di quello della mamma di B; Sua mamma e suo papà avevano tanti anni di differenza, una quindicina, e tra me e mio marito ce ne sono 11; Sua mamma ha avuto tre figlie femmine, di cui due vicine, a distanza di 1 o 2 anni l’una dall’altra, ed è la stessa cosa che ho fatto io. Mentre raccontavamo l’evoluzione della nostra vita notavamo le somiglianze con la sua: la risata è scoppiata spontanea! Non che non mi trovassi bene nella mia famiglia, anzi, ma… mi piaceva molto anche la sua, una famiglia molto diversa dalla mia. Suo padre era un uomo saggio, carismatico, che amava la cucina, viaggiava… insomma, ne ero un po’ affascinata, e senza rendermene conto, crescendo, ho un po’ replicato molti aspetti di quella famiglia. Incredibile quante “contaminazioni” sono possibili durante i nostri percorsi di vita…

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