La gravidanza partorisce una candidatura

Rimasta incinta di E. continuai a lavorare. Un mese prima del parto mi dovetti mettere a riposo, perché avevo un po’ di difficoltà dato che ormai avevo 42 anni. Mi trovai quindi “bloccata” a casa, per qualche mese. La forzata inattività mi diede modo di dedicare più tempo al Movimento, frequentando più attivamente i meetup. E così, quando nel 2014 si avvicinavano le elezioni europee, mi arrivò la domanda: selezionavano profili che fossero più tecnici e quindi anche esterni ai gruppi, con il requisito di essere iscritti al Movimento 5 Stelle da una certa data. Io mi ero iscritta al Movimento 5 Stelle nel 2012, avevo quindi una “anzianità” di 2 anni… Pensai che al Parlamento Europeo devono andarci persone che parlino le lingue straniere, che abbiano competenze tecniche specifiche e quindi – con un po’ di presunzione – mi dissi: vediamo se riusciamo a dare una mano, senza necessariamente essere eletta, ma semplicemente con una partecipazione attiva alla campagna elettorale. Insomma, mi misi a disposizione, caricai il mio CV, scrissi la lettera di intenti e poi… tornai a fare la mamma! E. aveva un anno e mezzo, G. otto anni e mezzo, S. 11 e avevo un lavoro da portare avanti. Successe un giorno che continuavano ad arrivarmi continue notifiche di Facebook sul telefono, da parte di un sacco di gente che mi chiedeva l’amicizia e scrivevamo “ti ho votato”: erano in corso le parlamentarie.

Le selezioni erano su base regionale, poi con i primi 20 per ogni regione della circoscrizione, è stato fatto un secondo turno. Io sono stata la seconda più votata del secondo turno nel mio Collegio e quindi finii tra i candidati ufficiali al Parlamento Europeo!

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