Appena eletta, iniziano i problemi

Quando una mattina ti svegli e scopri che sei parlamentare europeo, significa che devi fare la valigia e andare a vivere a Bruxelles con 3 figli, 2 cani… Non si pensi a chissà quali privilegi e prebende: noi siamo il Movimento 5 Stelle, quelli li rifiuteremmo comunque, e poi il parlamentare europeo non è più quello di 20 anni fa. Fino al 2009 il parlamentare europeo italiano era bello pasciuto perché il sistema gli consentiva un certo tipo di trattamento, dal 2009 in poi non è più così.

Diversamente da un lavoratore dipendente, che in caso di elezione può contare su una aspettativa non retribuita, io avevo una vita professionale più complicata. Tre bambine di cui una di un anno e mezzo, un lavoro da professionista, che ti porta a decidere quali cose fare, quali chiudere, quali clienti ancora seguire e come, quali clienti abbandonare o passare ad altri… insomma c’è stato un momento di grande turbolenza. Un’elezione la puoi ipotizzare, desiderare, ma non “programmare”, quindi affrontai tutte queste complicazioni organizzative senza nessuna pianificazione, andando “a braccio”.

Eletti il 23 di maggio, l’insediamento ha avuto luogo il 1° luglio, però abbiamo avuto diversi lavori preparatori per cui io ero già stata a Bruxelles due o tre volte prima dell’insediamento. E li, a Bruxelles, ognuno di noi metteva piede la prima volta, eravamo totalmente inesperti, non conoscevamo nulla e nessuno. A parte Borrelli che è stato il primo consigliere comunale di Italia, gli altri erano tutti al primo mandato. E tutti molto giovani.

Credetemi: il Parlamento europeo è un’istituzione unica, completamente diversa da qualsiasi altra, con meccanismi complicati e molto tecnici… e noi, che non siamo un partito, con uno storico, un apparato di funzionari e una struttura tecnica consolidata, ci siamo davvero lanciati in una avventura completamente nuova e senza supporto! C’era uno staff di comunicazione che cercava in qualche modo di darci una mano, ma erano “nuovi” nell’ambiente anche loro, come noi. L’unica cosa possibile da fare era rimboccarsi le maniche, e – come prima cosa – decidere in quali commissioni lavorare.

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